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MONSTERPIECE: NEW ISSUE COLLETTIVOMENSA

19 Giu

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Collettivomensa non porta rancore e segna un’altra tappa imprescindibile nella storia del mondo tutto. Monsterpiece, la nuova produzione targata CM, è appena uscita dalle clandestine fauci tipografiche. L’abbiamo pagata piuttosto cara, abbiamo sofferto? Sì, ma ne è valsa la penna, il pennarello e milleesettecentoeuri. Questa volta è un numero piuttosto colorato, vi è da dire, prima ancora che lo sottolinei la critica di settore, sia all’esterno che all’interno la pagina risplende di mostruosità fottutamente popdance, l’ottima grafica del Salerno colpisce ancora l’occhio improvvido e sprovveduto a cotanta acutezza e ricercatezza. La copertina del Giordano grida di disperazione spalancando becchi fosforescenti nell’assolato buio e che altri paragoni potrei fare? Bah, va bene così. Un po’ arretrato sulla fascia il Pronostico non manca però nelle illustrazioni, suoi i bambini che procedono nel mezzo del mezzo del mezzo del cammin della loro sporchissima vita, attratti da due gigantesche tube di falloppio che a volte per questi mostri si perdono le dita. Ottima prestazione anche per il Biazzo che non abbandona il solito surrealismo editoriale, con un bel blob complottistico che imprime a fuoco nel voluttuoso prosumer che con la carta o ti pulisci, o è inutile cercare un’altra interazione, insomma è inutile che stai lì col ditino touch. Lodevole la prova dell’Akab nostro attuale genio preferito, che piazza un bel manifesto pubblicitario al quale non si può proprio dire di no. E che dire degli altri? Se non che non li ho letti? Forse che ho molta voglia di leggerli? Corrisponderebbe al vero? Posso farmi queste domande pubblicamente in un post che dovrebbe non sembrare, ma almeno essere pubblicitario? Non lo so. Forse la risposta è contenuta proprio qui, in questa rivista patinata che mi grida leggimi, nonostante il suo aspetto mostruoso ci tiene a precisarlo dai mostri, a volte nascono dei capolavori. Per cui se il mostro ti guarda, tu non voltare la testa, dagli cinque euro, soprattutto se lo vedi dal 21 al 24 al Crack! di Roma. Fidati, non morde, e se ti piace, fattici una foto ricordo. Banalizza le tue paure, la morte è sopravvalutata.

 

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Massimo Vitali, 7 Maggio alla Citè di Firenze. Poi freestyle di tereminno con Valeria Sturba. Cioè!

5 Mag

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Blues del Ventennio

20 Feb

Blues del Ventennio

Firenze, 23 Febbraio, al Soul Kitchen, nella zona dei pub fighetti per americani, un posto chiccoso ma gratuito, poi: blue note a palla, una caterba di blue note cromatiche dissonanti e poi ancora: Antonio Speciale, un vero coltivatore di cotone uscito dritto dritto dal Ventennio, che suona un buon blues per due ore tristi mentre: Gianluca Garrapa, Giamaicano del Sud che legge cose che col blues non c’entrano un cazzo. Il 23 Febbraio RiotVan e Collettivomensa vi aspettano numerosi. E tristi.

Uno spettacolo di lettura

5 Dic

Collettivomensa è lieto di invitarvi il giorno

8 dicembre 2011

a La Cité libreria
Borgo San Frediano, 20r,  FIRENZE ,
ore 22.30, per: 

Zampanò ed altre storie…

di Luca Morelli


con:
Luca Morelli, Valentina Felicetti, Alessandro Cola, Elisa Mariani

Regia Luca Morelli

“Zampanò ed altre storie…” è una lettura spettacolo.
Nasce come idea, una suggestione per presentare i racconti del volume “Scarabocchi in DO maggiore”, più di un anno fa. All’epoca non aveva un titolo, né tanto meno una sua struttura teatrale, era solamente una confidenziale lettura per voce nuda.
Con il passare del tempo, rappresentazione dopo rappresentazione, ha acquisito emozioni, attrazioni e luoghi. Con il passare del tempo, si diceva, è diventato “Zampanò ed altre storie…”.
A metterlo in scena è La Carovana del Teatro Zampanò, una compagnia che crede fermamente in un teatro fatto dalle emozioni, recitato in un non-luogo ogni volta differente.

L’inganno della finzione è evidente, mai celato agli occhi del pubblico, un pubblico che può scegliere liberamente se credere o meno alle nostre emozioni.
Vogliate credere allora che nella nottata la piccola e sgangherata carovana di Zampanò è giunta in città! Accordateci ancora la gentilezza della credulità nel convincervi delle frasi dei nostri banditori, degli odori pulsanti del nostro modesto circo e lasciatevi ammaliare dalle nostre migliori attrazioni da ciclostile!
“Zampanò ed altre storie…” è uno spettacolo di ascolto, che vive negli sguardi del suo pubblico, sospeso fra i sospiri che echeggiano nel silenzio…
Come in una evoluzione sospesa a mezz’aria, vi chiediamo di trattenere il fiato, di ascoltare e vivere le nostre emozioni, di credere, per quanto assurdo possa sembrare, al nostro mondo.
Si stanno abbassando le luci… si va ad incominciare, ancora una volta, delle note, persone smarrite e Zampanò e le sue storie… vi sia gradito.

Il vostro umile intrattenitore

Dreadlock! – Jacopo Nacci

8 Nov

[ATTENZIONE: rileggendo questo post mi sono accorto che da leggere è necessaria solo la parte scritta in neretto, tutto il resto potete tranquillamente saltarlo] Lui non lo sa, ma se noi scriviamo questo post poi lui ci manda un racconto, – entro il 15 jacopò eh? – non abbiamo fatto proprio un patto, ma chiamiamolo pure ricatto, – sempre 2500 parole massimo non ti scurdà – che voi direste Vedi a questi si fanno le marchette, si scambiano i favori, fanno tutti gli Anticose e poi VEDI GLI INCIUCI e noi ve lo lasciamo pure credere che tanto non ce ne fotte un, ma in realtà noi a Jacopone lo stimiamo proprio, e non solo perchè ci tratta sempre evidentemente bene, una volta siamo andati fino a Pesaro, pensate, a trovarlo, e lui non ci ha aperto la porta, e noi lì affamati, assonnati, a suonare il citofono con i fili scollegati, e il telefono che faceva Windeeeehhh, e lui dopo due giorni si è affacciato e c’ha lanciato un kebab dalla finestra, che si è andato a spiaccicare sul marciapiede, quant’era buono però, la salsa di yogurt e fango, ma a parte questo, Jacopo Nacci, volevo dirvi, ha scritto un libro, si chiama appunto Dreadlock, è in libreria dal 15 Ottobre, qui sopra vedete la copertina, se ci cliccate poi vedrete tante altre cose, che è un libro particolare, innanzitutto perché è nato come nascevano una volta i libri, pubblicato inizialmente a puntate su una rivista (che è, guarda caso, il Collettivomensa), ma è un libro un po’ particolare, perché è uno di quei libri che li leggi e puoi seguire la storia (uno studente che diventa un suoperoe coi rasta), o la storia del linguaggio, o la storia visiva, e vabbene, ma poi ci puoi fare un sacco di ragionamenti intorno, perché dovete sapere che Nacci è un uomo di una cultura spropositata, basta vedere il lavoro che fa con il suo blog, per cui potete ben immaginare che nulla in questo libro è lasciato al caso, e andando a rifletterci, dentro ci troverete quintalate di filosofia e di pensiero, qualcuno dice che sia impossibile parlare dei libri perchè i libri dovrebbero già parlare totalmente da soli, beh, noi non ci crediamo, per cui presto intervisteremo il buon Nacci su tutto lo scibile umano, animato, disumano che sia, ma nel frattempo, per avere un po’ di cognizione di causa, voi potreste acquistare il libro – vedi come siamo bravi? – o se siete proprio degli stronzi scrocconi potete anche scaricarvelo aggratis – cosa che il Collettivomensa, sia chiaro, non ha assolutamente fatto, – e noi con questo post, che non serve a una cippa perchè non abbiamo invogliato nessuno a leggere il libro, non riceveremo neanche un racconto dal buon Nacci per Subversions 2  – vedete come non funziona l’underground, figlioli miei? ma magari qualcuno di buona fede è rimasto ancora in questo bellissimo paese e quel qualcuno… si chiama forse Jacopo Nacci!?