autori:
Akab, Amanda Paganini, Andrea Aureli, Andrea Bovo, Andrea Bruno, Angelo Zabaglio, Antonio Speciale, Benedetta Torchia, Ciro Fanelli, Claudia Ragusa, Claudio Delicato, Collettivomensa, Domenico Topazio, Dottor Pira, Elena Rapa, Fabio Tonetto, Fabrizio Gabrielli, Federica de Ruvo, Filippo Balestra, Francesco Cattani, Francesco d’Isa, Gianluca Garrapa, Giulio Giordano, Gregorio Magini, Hogre, Iacopo Barison, Isabella Pedaci Depica, Jacopo Nacci, Kyon, Leandro Picarella, Luca Bernardi, Maicol & Mirco, Marco Cazzato, Marco Corona, Marco Purè, Massimo Niccolai, Massimo Pasca, Massimo Vitali, Matteo Salimbeni, Michele Risi, Nigraz, Paolo Cattaneo, Paolo Moretti Pentolino, Puverille, Riccardo Guasco, Robert Gligorov, Roberto Biadi, Roberto Dramis Ink, Sara Pavan, Silvio Giordano, Simona Ragnolini, Simone Cortese Ilovetu, Simone Lucciola, Simone Rossi, Stefano Boring, Toni Bruno, Tostoini, Tuono Pettinato, Vanni Santoni, Veronica Leffe, Walter Giordano, Antonio Pronostico, Fabiagio Salerno, Sacha Biazzo
data pubblicazione:
2012
pagine:
180
peso:
590 gr
prezzo:
€5
prezzo al chilo:
€8.50/kg
anteprime:
Andrea Bruno
[…]insomma l’uomo ripete Allora? Quante dita c’entrano e io, che intanto avevo infilato indice&medio improntando la mia mano a forma di pistola, non ho risposto perché cercavo di capire come poteva essere che a questo qui gli c’entrava tutta la mano e quando per la terza volta mi ha domandato, con una lieve insistenza, Ma insomma, mi dici quante dita entrano? io avevo visto sparire tutta la mia mano fino al polso e un po’ più, dentro il suo ano e così ho risposto diplomaticamente Ma, più di due dita ci entrano.
La sensazione è strana, perché nel retto è abbastanza caldo e umidiccio, insomma un ambiente accogliente, e la mano, una volta dentro, l’aprivo e la richiudevo e diciamo che avrei potuto nascondervi un mazzo di chiavi, un telecomando o qualcosa del genere[…]
Gianluca Garrapa
Fabio Tonetto
[…]sicuramente le notti appiccicate con il lenzuolo che non resta sotto il materasso, il lenzuolo che si attorciglia intorno al corpo, il cuscino sotto la testa, poi accanto, poi fra le gambe, poi sul pavimento. Il freddo e il caldo. La coperta troppo pesante, poi troppo leggera. Il girarsi a destra e poi a sinistra, e poi le lacrime, i singhiozzi, l’oppressione, la paura, il terrore, «Chiamate qualcuno» detto a se stessi, e poi quel se stessi stesso che tenta vane consolazioni e soprattutto prova, in tutti i modi, a bloccare alla mente una conoscenza che potrebbe causare ulteriore male: sono solo, non c’è nessuno[…]
Stafano Boring
dr Pira
[…]Mi era capitata una cosa simile a inizio anno, a dire la verità: c’era questa ventenne androgina, che prendeva a volte il treno quando lo prendevo io. Erano ore da gente che si sveglia tardi e alla stazione eravamo spesso soli. La prima volta ci notammo perché avevamo le stesse scarpe, Osiris da skate, nere, a panettone. Di solito quando arrivavo al binario lei c’era già, allora ci guardavamo. A volte anche solo a cinque o sei metri l’uno dall’altra, se avevamo un libro da leggere. Certi giorni sembrava un ragazzo ed era molto bella, gli occhi e le ciglia affilate. Parlammo una volta sola, il tempo di sapere che si chiamava Elena. Poi un giorno, sulla Nazione, proprio al bar della stazione, vidi la sua faccia (sembrava ritagliata da un album scolastico, di certo non l’avevo mai vista coi capelli così lunghi): l’occhiello, sotto al titolo Ketamina: dose mortale per una valdarnese, diceva Aveva vissuto a Bologna, frequentava un giro di “punk-bestia”. Scritto così.[…]
Vanni Santoni
Giulio Giordano
[…]il mio superiore, cinquant’anni, vedovo, continua a dire che al giorno d’oggi le palestre si riempiono e le librerie si svuotano, e mentre getto la cravatta nell’angolo nord-est del pavimento mi domanda se nei miei sogni più reconditi aprirei una libreria, e io rispondo che non l’aprirei per nessuna ragione al mondo, sarebbe un investimento errato, e lui distende i lineamenti, sorride sardonicamente, mi accarezza una spalla e dice che questa è la risposta giusta, perché la gente non richiede cultura ma massa muscolare e infatti noi produciamo attrezzi, beni strumentali, e quel noi significa la Società, un pachiderma giuridico che s’è inserito per primo in un mercato di nicchia, e il mio superiore prosegue dicendo che la vecchia locuzione lattina, quella che parla di sanità dell’anima e salute del corpo, be’, dice che questa cosa dell’anima e del corpo poteva avere un senso in altri tempi, ma che oggi l’ago della bilancia pende a favore del corpo, e lo spirito non interessa più a nessuno.[…]
Iacopo Barison
su sto numero c’è pure la madonna
e io?
:)
e ricordiamoci che la madona è, sovente, TROJA.
quindi di buon augurio.
voglio mangiarlo…saprà di patata? :)
la mia mamma ha visto la coperta e non è contenta.
Anche la mia mamma l’ha vista e non era contenta, poi le ho fatto notare che era una Big Babol e adesso è fiera di me e di tutti noi.
Un dubbio mi attanaglia: questa rivista ha un fine ? Se si, quale ?
rimorchiare le femmine